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Scopri le Meraviglie della Puglia

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Alberobello

Alberobello rappresenta il cuore della Valle dei Trulli. Fu fondata nel XV secolo dai conti Acquaviva.

Alberobello è un pittoresco centro agricolo e turistico formato in gran parte da trulli che gli conferiscono, oltre ad una vaga aria fiabesca, notevole interesse architettonico riconosciuto nel 1996 Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.

Nella sola Alberobello ci sono circa 1.500 trulli di vario tipo.

Alberobello, città dei trulli, occupa un terreno ricco di rocce calcaree stratificate, che offrono il materiale di costruzione che rende unica non solo l'immagine della stessa Alberobello ma tutto il territorio prettamenete limitrofo ad Alberobello.

Le ragioni storiche del trullo di Alberobello come costruzione a secco sono riconducibili all'abuso di potere dei feudatari.

Se si pensa che agli inizi del seicento i diversi nuclei familiari che si erano stabiliti nel territorio di Alberobello - attirati anche dalle franchigie concesse dai conti di Conversano - risultavano a tutti gli effetti abitanti della vicina Noci.

L'immagine del trullo di Alberobello è da sempre associata alla Puglia, dove affonda le radici Alberobello, come una delle espressioni più tipiche della zona.

Presentandosi nelle province di Bari, Brindisi e Taranto, i trulli trovano la consacrazione assoluta e monumentale nella città di Alberobello.

Oggi i trulli di Alberobello sono circa un migliaio, presentando l'importante definizione di monumento nazionale dal 1930 e di recente entrati a far parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

A vederli da lontano i trulli di Alberobello appaiono grandi cumuli di pietre, ma raggruppate in alcune zone, come il centro storico di Alberobello, ci si immerge in una visione fantastica e unica.

Grotte di Castellana

Castellana Grotte, un paese dal sapore antico e singolare (i cui primi documenti risalgono al X secolo) appartenuto alle badesse del monastero di Conversano, si presenta con un centro storico ricco di chiese e splendidi palazzi gentilizi del XVIII secolo.

A soli due Km dall'abitato, tra i tesori che la Puglia custodisce, sorgono le Grotte di Castellana, il complesso carsico più noto d'Italia, meta obbligata per chi vuole provare l'emozione del mistero e dell'avventura.

Scoperte il 23 gennaio del 1938 dallo speleologo Franco Anelli, con un percorso di 3 Km, presentano un ambiente sotterraneo di particolare fascino e suggestione. Nelle segreta cavità del sottosuolo, a decine di metri di profondità, non ci vorrà molto a sentirsi i protagonisti di un avvincente viaggio nel tempo, tra drappeggi di alabastro, stalagmiti e stalattiti dai mille colori, laghetti sotterranei e stupende caverne, testimonianza delle civiltà preistoriche.

Durante il percorso, della durata di circa due ore, si potranno ammirare la Grotta Nera, il Cavernone dei Monumenti, il Cavernone della Civetta, la Cavernetta del Presepe e l'ultima meravigliosa scoperta: la Grotta Bianca, definita la più bella del mondo.

Monopoli

Monopoli dal greco Monos-polis, che significa città unica, singolare, era un villaggio che, come tanti nella Puglia Peucezia, doveva far da corona a Gnatia, emporium dell'Adriatico. L'etimo di Monopoli, nella sua accezione letterale di città unica, probabilmente fu coniato dopo il confluire, verso nord, degli abitanti di Gnatia, distrutta da Totila - Re dei Goti - nel 545 d.C..Nei secoli successivi, come buona parte dell'Italia meridionale fu governatada Normanni, Bizantini e Svevi.

Nel 1484, con l'arrivo dei Veneziani, cominciò per essa un periodo di notevole crescita economica, dovuta in particolar modo allo sviluppo delle attività del suo porto, situato in posizione strategica e considerato unico rifugio sicuro ed attrezzato fra Bari e Brindisi, nonchè sbocco di un vasto retroterra, ricco di prodotti richiesti su mercati esteri (olio, mandorle, carrube, vino) e centro importatore di numerose altre merci.

E' del 1530, con il concludersi della dominazione veneziana, il tentativo di trasformare Monopoli in Baronia o Marchesato; tentativo frustrato dalla decisa opposizione del popolo monopolitano che volle riscattarsi, pagando all'Imperatore 51.000 ducati d'oro.

Ridiventata città libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello di Enrico IV e Federico II, ad opera del Marchese Don Ferrante LOFFREDO su ordine di Carlo V.

Alla dominazione spagnola che si concluse nel 1713 subentrò quella austriaca che terminò nel 1734, quando i Borboni si insediarono a Napoli per cingere la corona meridionale. Successivamente la città seguì tutte le vicissitudini che interessarono il Regno di Napoli, fino a quando nel 1860 fu annessa al regno d'Italia, seguendo le sorti di tutta la nazione.

La costa, lunga circa 13 km, è bassa e frastagliata, con oltre 25 stupende calette e insenature, ampie distese sabbiose e molti tratti di spiaggia libera, si rende particolarmente adatta alla balneazione.

Vi sono numerosi stabilimenti balneari tra cui si ricordano: S. Stefano (contrada S. Stefano, adiacente all'Abbazia di S. Stefano), Lido Pantano, Lido Sabbia d'Oro, Torre Cintola, Porto Giardino, Porto Ghiacciolo, Torre Egnatia, Le Macchie, Baia del Sol... Molti di questi stabilimenti si trovano nell'ormai rinomata località balnerare "Capitolo", famosa per la sua frizzante vita notturna, a circa 6 Km dal centro della città.

Tra i principali monumenti: il Castello Carlo V (XVI secolo), l'Ospedale Gerosolomitano (fondato nel 1350 dal Sovrano Militare Ordine di Malta come Commenda di San Giovanni di Monopoli, sito nel centro storico in largo San Giovanni con omonima chiesa.), Palazzo Palmieri (sec. XVIII), la biblioteca comunale "Prospero Rendella", l'Abbazia di Santo Stefano, i resti delle Mura di Cinta, Piazza Vittorio Emanuele (XIX secolo), la Villa Comunale. Da non dimenticare le numerose cripte e chiese del centro storico, i musei (museo Meo-Evoli, museo Egnazia, museo diocesano) e le numerose masserie fortificate e ville patrizie nell'agro monopolitano.

Matera

Matera, con uno dei centri storici più affascinanti del mondo, rappresenta una delle più particolari forme di adattamento da parte dell'uomo; infatti, con un substrato abitativo consistente in grotte scavate nel masso tufaceo, Matera possiede uno dei centri più antichi del mondo risalenti al paleolitico. I suoi antichi rioni, denominati Sassi di Matera, sono una scultura gigantesca, un miracolo urbanistico nel quale è possibile denotare tantissimi elementi che si riferiscono alle varie vicende storiche succedutesi nel corso dei secoli.

Oggi quasi totalmente disabitati, i Sassi di Matera ospitavano circa 15.000 persone sino al 1952, anno in cui lo Stato ne decretò lo sfollamento per motivi igienico-sanitari. La struttura urbana, scavata nel tufo della Gravina di Matera, risulta unica nel suo genere, con un intricato sistema di vicoli, scale, grotte, archi, orti, terrazze e comignoli.

Particolare è anche la gestione del sistema idraulico e la costruzione di cisterne completamente scavate nel terreno che permetteva agli abitanti di Matera di conservare l'acqua fresca. Qui si comprende come gli abitanti di Matera siano man mano risaliti dalle grotte-rifugio anteponendovi facciate, costruendo tetti che organizzava in piccoli orti pensili; un condensato storico artistico di spazi ricavati nella calcarenite, ovvero nella pietra chiamata tufo dagli abitanti di Matera.

Alla fine del 1993 i Sassi di Matera furono dichiarati dall'UNESCO “patrimonio dell'umanità da tramandare alle generazioni future” ed elencati tra le 395 meraviglie del mondo. Nel 1994 Matera ha ottenuto il Premio dell'Unione Europea per la migliore programmazione urbana territoriale. Grazie a queste peculiarità il centro storico di Matera è anche definita “città sotteranea”. Molte sono le chiese a Matera edificate dal XIII secolo al XIX, maggiormente in stile barocco, dimostrando come, parallelamente alle laure e le grotte, si sviluppava una vita già cittadina.

A Matera (55.000 abitanti), ad oggi si possono osservare sia le varie influenze storiche, che le nuove realizzazioni nella “nuova” Matera. Usciti dall'area dei Sassi di Matera, ci si affaccia nell’entroterra dalle caratteristiche contrastanti e sorprendenti con piccole case di campagna, grandi masserie, e piccoli centri abitati situati sulle cime dei monti.

Da visitare il Parco delle Chiese Rupestri del territorio di Matera, con oltre 8.000 ettari di superficie, che nasconde ricchezze naturalistiche e testimonianze storiche impensate, dove si possono osservare rocce nude e brulle con una bassa vegetazione e profonde ed irregolari incisioni del territorio, le cosiddette “gravine” di Matera, dove si possono trovare forme di sfruttamento della roccia calcarenitica da parte degli abitanti di Matera.

Martina Franca

Martina Franca è meta consigliata a tutti gli appassionati del barocco e dei palazzi signorili. La città, che sorge su una collina che domina la Valle d'Itria, a 431 metri sul livello del mare, è uno dei maggiori centri della provincia di Taranto, con circa 45.000 abitanti.

Fondata nel 1300 dal principe di Taranto Filippo d'Angiò, nel 1507 divenne feudo dei Caracciolo, che la trasformarono in una capitale del barocco pugliese: un "barocchetto" sobrio e leggiadro, personalizzato dalle maestranze locali.

Nel 1668, il duca Petracone V Caracciolo vi fece costruire il Palazzo Ducale (opera del bergamasco Giovanni Andrea Carducci), meravigliosa struttura che si richiama allo stile dei sontuosi palazzi romani.

Di straordinaria bellezza la basilica di S. Martino e S.ta Comasia, con portale e fregi che esaltano la fastosità del barocco. Incantevoli le stradine del centro storico dove si respira un'aria patinata di nobiltà, a cospetto di un patrimonio artistico-culturale ben conservato negli anni.

Oltre alle sue bellezze architettoniche, la cittadina è nota per l'allevamento del cavallo Murgese, antico retaggio dei suoi primi abitanti, cavalieri provenzali, e dell'Asino catalano, importato in Puglia durante la dominazione spagnola.

Ogni anno, d'estate, Martina Franca ospita il Festival della Valle d'Itria, una delle più prestigiose rassegne operistiche a livello nazionale, sin dal 1975. Caratteristiche le fiere e le sagre religiose del periodo estivo. Due volte l'anno si festeggia San Martino: l'11 novembre e la prima domenica dopo il 4 luglio.

Ostuni

Costruita su insediamenti messapici, Ostuni si presenta con un nucleo antico con stradine, piazzette e vicoli che in passato facevano capo alle cinque porte munite di torri. Il monumento più importante di Ostuni è la cattedrale, uno dei più noti edifici sacri di importanza regionale, specie per le caratteristiche della facciata con tre portali sormontati da rosoni a cerchi concentrici.

Ostuni, con i suoi 33.000 abitanti, è una delle inconfondibili cittadine presenti nella zona sud-orientale della murgia pugliese, meglio conosciuta come “Murgia dei trulli”.

Grazie all'evidente colorazione bianca che contraddistingue gli edifici, Ostuni vanta l'appellativo di "Città bianca". Posizionata sulla sommità di una collina, Ostuni domina tutto il paesaggio sottostante caratterizzato da spianate di coltivazioni di ulivi, infatti Ostuni segna il limite tra la piana di ulivi e la zona collinare interna caratterizzata da trulli e muretti a secco.

Da evidenziare la costa di Ostuni che presenta una serie di baie con coste frastagliate e con spiagge dalla sabbia bianca e fina. Accompagnato da un evidente macchia mediterranea, il litorale di Ostuni si presenta come uno dei più importanti della Puglia. Attigua al litorale di Ostuni è la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto, un'area naturalistica di circa 1.100 ettari, dichiarata di interesse internazionale. Nella riserva di Ostuni, la splendida palude ospita acquitrini e dune con macchia mediterranea ed accoglie una ricchissima fauna, in particolare uccelli migratori acquatici.

Da visitare l'area naturalistica di Lamacornola, a circa 5 km da Ostuni. La cosiddetta "lama" di Ostuni, rappresenta un fenomeno carsico tipico del paesaggio delle Murge, avente anche valore storico, accogliendo numerosi insediamenti rupestri utilizzati come abitazioni, oltre che luoghi di culto in epoca medioevale.

Particolare è la “cavalcata in costume dei devoti” di Sant'Oronzo, protettore di Ostuni, dove, in corrispondenza della processione, si può osservare l'accompagnamento a cavallo con i devoti di Ostuni in costumi caratteristici.

Mete da segnalare, oltre ai caratteristici locali ove assaporare prelibati piatti del luogo, sono le "Marine di Ostuni", quali Villanova, impreziosita da un mirabile Castello del secolo XVI, Marina di Ostuni e Monticelli, ove ancora oggi permangono resti di un antico villaggio risalente all'età del Bronzo. Di grande interesse anche la Cripta di San Biagio, eretta nel 1148 presso la chiesa omonima, che presenta resti di affreschi ed iscrizioni latine.

Locorotondo

Locorotondo, dal latino locus rotundus, è un toponimo manifestamente medievale per indicare la rotondità del colle dove sarebbe poi sorto il paese. I primi insediamenti umani in Locorotondo risalgono al tempo della dominazione Bizantina cessata nel secolo XI con l'arrivo dei Normanni conquistatori.

Locorotondo fu dapprima feudo del monastero benedettino di Monopoli, successivamente dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme ed infine degli Aragonesi.

Il territorio di Locorotondo si presenta a pianta circolare, a 410 metri sul livello del mare, ed è caratterizzato da abitazioni rettangolari con tetti spioventi detti "cummerse" realizzati in chiancarelle, di cui è ricco il sottosuolo. Meravigliose ed incantevoli le stradine del centro storico di Locorotondo, dai muri bianchi di calce e dai balconi in ferro battuto ricolmi di cascate di gerani dai variopinti colori; il tutto in uno scenario romantico e suggestivo.

Da girare in bicicletta sono le centotrenta contrade che compongono la campagna di Locorotondo, animata da uliveti e vigneti disposti con geometrica precisione. Da questi pregiati vigneti (Verdeca e Bianco d'Alessano) nasce il Bianco Locorotondo D.O.C., noto ben oltre i confini regionali, che unisce in sè la cultura e la tradizione contadina.

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